Vivere a Canberra
Un italiano direbbe che la cosa migliore di Canberra è il treno per Sydney. Peccato che oltre a non avere uno straccio di spiaggia o di squadra di calcio, la capitale sia pure a corto di stazioni ferroviarie. Anche i collegamenti aerei internazionali non sono pervenuti, ma per fortuna Sydney è comodamente raggiungibile in meno di tre ore di auto.
E date le premesse rappresenta una tentazione così forte che negli anni Ottanta persino l’allora Primo Ministro John Howard decise di fare il pendolare su e giù per la Hume Highway pur di non viverci, a Canberra.
La regione nella quale sorge la Bush Capital era stata abitata aborigeni per più di 20mila anni, ma quando nel 1908 fu scelta come sede della capitale, era abitata solo da poche migliaia di agricoltori. Per la maggior parte dei libri di storia, la Federazione optò per la costruzione di un agglomerato tutto nuovo per non esacerbare la rivalità tra Sydney e Melbourne; secondo altri invece l’imperativo era evitare l’afa estiva di una qualsiasi delle metropoli del Paese, in un momento nel quale il brevetto dell’aria condizionata non era ancora stato perfezionato.
Risultato? Come Washington, Ottawa e Brasilia, Canberra fu progettata allo scopo di ospitare il Parlamento e le altre istituzioni governative, ma a differenza delle altre, la Prima Guerra Mondiale e la Grande Depressione frenarono lo sviluppo iniziale e il clima fin troppo rigido per queste latitudini non contribuì a farla entrare nel cuore degli australiani.
Ispirata al movimento delle ‘città giardino’, Canberra è oggi un centro di 300mila persone, tagliato in due dal lago Burley Griffin (dal nome dell’architetto statunitense che la progettò, convinto bontà sua di disegnare la città ideale) che è allo stesso tempo verde, moderno, dispersivo e perfetto per le biciclette. La disoccupazione al 3.2% – ben al di sotto dei sogni keynesiani – rivela un dato ancor più indicativo: di fatto a Canberra ci vive solo chi è obbligato per lavoro. Al quale la città offre musei, parchi, gallerie, feste etniche a cadenza quasi settimanale e la sensazione che le cose possano solo migliorare. In fondo, se a forza di investimenti, esperimenti e gigantismi architettonici ce l’ha fatta Brasilia, perché non Canberra?
Vivere a Canberra: informazioni utili
Diciamoci la verità, non è una delle destinazioni più ambite per vivere. La città in sé non offre molto, se non a chi lavora nel campo diplomatico, nella politica e nelle istituzioni. Per il resto, si tratta di un’area “regionale” per l’Australia e quindi per svolgere gli 88 giorni di farm per rinnovare il working holiday visa. Vivere a Canberra significa comunque vivere in una città in espansione se non altro dal punto di vista delle costruzioni, un settore in cui si trova molto lavoro. Gli italiani sul posto non sono molti e di conseguenza la competizione scende di gran lunga. Il clima, purtroppo, è molto simile a quello europeo: caldo d’estate e freddo d’inverno. Canberra, infatti, è uno dei pochi posti d’Australia che ogni inverno vede la neve.